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I MILLE VOLTI DELL'ISLA
Formentera e la sua anima rurale: spaventapasseri, mulini a vento, fichi e l’antica arte vinicola. Il fascino dell’isla è anche questo

Anche dopo il boom del turismo, Formentera non ha mai voluto perdere la sua identità, ricordandoci che qui si conduce una vita semplice, con i valori di una volta.

 

FORMENTERA Tempo fa chiesi a un amico italiano, residente a Formentera da 40 anni, di definirmi l’isla. Mi rispose parafrasando Pirandello. “E’ una, nessuna e centomila. Una perché è un’isola unica, senza eguali. Nessuna, perché se lei non ti vuole ti susciterà totale indifferenza. E centomila perché ha così tante particolarità e sfumature che non potrai mai definirla in un modo solo. Su di lei ci possono essere tanti giudizi quanto le persone chiamate a giudicare. Perché ognuno la vive a modo suo. Ha centomila volti racchiusi in 23 chilometri e quando pensi oramai di conoscere tutto di lei, allora è la volta buona che ti sorprenderà con qualcosa di nuovo”. Credo sia vero. Inutile definire Formentera. Meglio viverla. Vivere ogni sua particolarità, ogni sua bellezza, compreso il suo entroterra agricolo, puntellato di mulini a vento e costellato di vigneti. 

Come si fa, infatti, a non farsi affascinare anche dalla sua anima rurale. È un’anima che parla per immagini, che sa incantare con i silenzi e che si respira a pieni polmoni. Appena si sbarca sull’isola si è avvolti subito dai suoi profumi intensi: rosmarino, timo e altre piante aromatiche che sull’isola crescono selvaggiamente.  Basta poi percorrere in bici o a piedi le sue stradine per imbattersi in quelle atmosfere bucoliche che ci riportano a un tempo che altrove non c’è più. Non mancano anche simpatici spaventapasseri. “Guardiani del campo”, soli e immobili,  che hanno sempre un fascino tutto loro.

Anche dopo il boom del turismo, Formentera non ha mai voluto perdere la sua identità, ricordandoci che qui si conduce una vita semplice, con i valori e i sapori di una volta. L’isla, si sa, ha vissuto di pesca e agricoltura praticamente fino agli anni 60.

Anche i suoi tradizionali mulini a vento sono lì a ricordarlo. A Formentera ne vennero costruiti 7. Di questi, oggi ce ne sono sei: due mulini a Sant Francesc Xavier (il Molí den Mateu datato 1773 e il Molí d’en Gerona datato 1760), uno a Sant Ferran (il Molí den Tauet costruito nel 1760) e due a La Mola (entrambi del 1893, il Molí d’en Simon e il Molí d’en Botiga, di cui rimane solo la torre). Ce ne era anche  (il sesto) a Es Cap de Barbaria, di cui però rimangono solo le fondamenta. Questi mulini a vento classici, con enormi lame di legno, sono un’icona della Formentera più tradizionale.

Di sicuro il fico è uno degli alberi più caratteristici del paesaggio rurale di Formentera. La sua coltivazione qui è molto antica e ne esiste traccia già negli scritti di Plinio il Vecchio .Quest’ albero può arrivare a cinque metri di altezza: a Formentera si elimina il germoglio principale così che i rami crescano bassi e abbiano uno sviluppo in larghezza. E i motivi sono tre: i fichi si raccolgono più semplicemente, l’albero è più protetto dal vento del Nord e offre ombra e riparo al bestiame.

Una delle attività agrarie con più tradizione nell’isola di Formentera consiste invece nella vitivinicoltura: nell’isla c’è il “Vino de la tierra de Formentera” . I principali vigneti della zona, quasi tutti collocati nei dintorni de La Mola, hanno antenati antichissimi: fin dal XIII secolo, infatti, i monaci eremiti giunti sull’isola (probabilmente dell’ordine di Sant’Agostino) cominciarono a dare avvio alla coltivazione di pregiate tipologie di vite che sopravvivono ancora oggi nelle tipiche qualità locali di uva rossa come il monastrell (che rappresenta circa un 44% della totalità piantata) e il tempranillo, dal gusto forte e vivace. Ma a Formentera sono presenti anche pregevoli vitigni di cabernet sauvignon o merlot e, per quanto riguarda i vini bianchi, di malvasia o chardonnay.
Fra le numerose bodegas di Formentera, da visitare quella di Cap de Barbaria, specializzata in squisiti e apprezzati vini rossi, e quella di Terramol, produttrice di freschi bianchi e dolci rosati.
Oggi  nell’isla esistono più di 60 ettari coltivati a vigneto, ovvero il 12,5% del totale della superficie agricola utilizzata: si trovano nell’isla varie cantine dove fermarsi ad assaggiare l’ampia proposta vinicola dell’isola fra bianchi, rossi e rosados, alcuni dei quali entrati con un punteggio d’eccellenza a far parte della celebre Guia Peñin, la più autorevole guida ai vini di Spagna.
Curiosità storica vuole che queste terre, a causa della loro condizione di isolamento, non siano mai state aggredite dalla filossera, parassita che danneggiò numerose coltivazioni in Europa alla fine dell’Ottocento.

Le tecniche impiegate nella manipolazione dell’uva, del mosto e del vino danno luogo a Formentera a prodotti di massima qualità. Per l’estrazione del mosto  viene applicata una pressatura adeguata, di modo che il rendimento non superi i 65 litri di vino per ogni 100 kg di uva. Per garantire l’origine del “Vino de la Tierra de Formentera” inoltre, gli elaboratori e gli imbottigliatori possono soltanto produrre e imbottigliare vini prodotti da uve dell’Isola di Formentera.

In generale, sono vini di alta gradazione. I vini rossi, in linea di massima giovani, sono caratterizzati da un elevato profilo, dal colore ribes e dalle tonalità violetta, sono brillanti, limpidi e scorrono sul cristallo del calice in modo denso e lento. All’olfatto predominano gli aromi primari e varietali, soprattutto di frutti maturi: fragola o ribes e composta di frutta: ciliegia e fico. In bocca sono vini robusti, corposi, tannici, ben strutturati ed equilibrati. Il retrogusto è prolungato e fruttato.

Ma Formentera non è solo una vasta cantina vinicola a cielo aperto. Come non ricordare infatti anche la sua grande tradizione in fatto di liquori: dallo hierbas (ottenuto dalla fermentazione di diverse piante aromatiche quali timo, rosmarino e finocchio), alla frigola (variante più balsamica ed estiva). E infine il palo, nato in origine per combattere le malattie trasmesse dalle punture di zanzare, è un ottimo liquore a base di china calisaia, genziana e zucchero: viene consumato abitualmente come aperitivo.

Ecco Formentera è anche questa: un fazzoletto del Mediterraneo dall’anima rurale, tramandata da generazione e tutta da scoprire. Una tradizione secolare, difesa a spada tratta dagli isolani e dal loro amore per l’isla. 

 

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