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Anfore dell’epoca romana recuperate dai fondali di Formentera: mostra a Sant Francesc

Nell'allestimento della mostra è stato ricreato anche un laboratorio di restauro archeologico, in modo da ripercorrerei il suo viaggio a partire dal fondo del mare.

FORMENTERA (14 settembre 2021) – È fissata per oggi, 14 settembre, alle 19 l’inaugurazione della mostra dal titolo “Sotto il mare di Formentera. I materiali ceramici subacquei recuperati a sud di Cap de Barbaria”. L’esposizione potrà essere visitata fino al 25 settembre presso il municipio della città vecchia di Sant Francesc. Questi gli orari di apertura: il lunedì dalle 19 alle 21 e dal martedì al sabato dalle 11 alle 14 e dalle 19  alle 21. La domenica sarà chiuso. La mostra è stata organizzata dal museo archeologico di Ibiza e Formentera (MAEF), in collaborazione con il Consell de Formentera.

Nell’estate del 2020, a sud di cap Barbaria, alcune anfore di epoca romana finirono per caso nelle reti di un peschereccio. Erano in perfette condizioni di conservazione. Solo una di esse era leggermente rotta. I pescatori comunicarono immediatamente il ritrovamento, mettendo in allerta i restauratori del Museo Archeologico di Ibiza e Formentera (MAEF).  Da lì iniziò un delicato progetto di restauro dei materiali ceramici subacquei rinvenuti e che ora sono per la prima volta esposti al pubblico.

«Questa mostra – spiega la restauratrice del MAEF, Elena Jiménez – è anche un modo per ringraziare i pescatori per il loro gesto e incoraggiare tutti ad avvisare immediatamente quando individuano resti archeologici”. Le anfore rinvenute si trovavano su un fondale roccioso profondo 110 metri, ma gli archeologi non sono ancora riusciti a datarli con esattezza: «Sappiamo che sono pezzi romani – aggiunge la Jimènez – e che molto probabilmente contenevano vino o olio, sebbene a quel tempo il le navi che solcavano il Mediterraneo commerciavano con ogni tipo di prodotto. Forse appartenevamo a una nave che aveva subìto un naufragio: nella zona dove sono stati ritrovati ci sono infatti anche resti di un’imbarcazione affondata. Quel che è certo è che si tratta di materiale archeologico di grande valore storico e di enorme fascino, soprattutto per il loro straordinario stato di conservazione. “Abbiamo svolto un intenso lavoro di recupero, in modo che gli archeologi potessero studiare i pezzi nel dettaglio e anche perché possano essere ammirati in mostra”.

Nell’allestimento di questa mostra, è stato ricreato anche un laboratorio di restauro archeologico, al fine di far ripercorrere ai visitatori il suo viaggio: dal fondo del mare alle vetrine del museo.

“Da ricordare,  spiegano gli organizzatori della mostra – che il patrimonio sottomarino di Formentera è di ineguagliabile ricchezza e varietà, ma allo stesso tempo fragile e vulnerabile. L’estrazione dei pezzi dall’ambiente marino è un’attività che viene svolta solo quando è strettamente necessaria per la conservazione e quando sono disponibili le risorse tecniche e umane adeguate. Questo compito deve essere svolto quindi esclusivamente da archeologi e restauratori con formazione specifica”. E ovviamente l’estrazione illegale dai fondali marini e l’appropriazione del materiale recuperato, è punibile dalla legge. Nell’ottobre del 2019, la Guardia Civile aveva recuperato un centinaio di anfore romane e fenicie , del I e ​​II secolo, trafugate in maniera illecita dai siti sottomarini di Formentera. Una dozzina di persone erano state indagate e accusate del reato di saccheggio del patrimonio storico.

 

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