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LE STORIE DELL'ISLA
Nato in italia, morí a Formentera dopo essere precipitato dalla scogliera di Cap Barbaria. Ora il figlio lancia un appello: “Cerco qualcuno che sull’isola ebbe modo di conoscere mio padre”

Giancarlo aveva un figlio di due anni, Vaitua Make, quando decise di lasciare tutto e tutti e condurre una vita "alternativa".

 


 

 





 


FORMENTERA (24 luglio 2022) – Morí a Formentera, all’età di 51 anni. Era italiano, di Roma. Il suo corpo fu ritrovato il 4 luglio del 1987 ai piedi della scogliera da dove si erge il faro di Cap de Barbaria.


Secondo il certificato di morte, l’uomo era deceduto da circa 25 giorni e presentava fratture e ferite su tutto il corpo dovute a una caduta da una notevole altezza. Era quindi precipitato nel vuoto.



 

 


 



Da allora sono passati 35 anni. E suo figlio vuole ora cercare di ricostruire  gli ultimi anni della sua vita e trovare i suoi resti. Lancia così un accorato appello: “Se c’è qualcuno che abitava o frequentava l’isola in quegli anni, chiedo per favore di aiutarmi”.


 

 


 


Quella di Giancarlo Luttazzo è una di quelle storie che non sono rare nella Formentera degli anni Settanta e primi anni Ottanta. Tanti, tantissimi i giovani spagnoli e stranieri (soprattutto americani, tedeschi e francesi, ma anche qualche italiano) legati al fenomeno hippie che decidevano di trasferirsi in questo angolo di Paradiso. E alcuni di loro facevano perdere letteralmente le proprie tracce per anni.


 



 


 


Giancarlo aveva un figlio di due anni, Vaitua Make, quando decise di lasciare tutto e tutti e condurre una vita “alternativa”. Mantenne solo alcuni sporadici contatti epistolari con un paio di cugini, con i quali aveva condiviso l’infanzia. Ma anche loro non seppero più nulla di lui tre anni prima della sua morte, avvenuta appunto nel luglio del 1987. Loro sapevano che per qualche periodo era residente in Spagna, ma che viaggiava parecchio. Giancarlo era infatti un’anima itinerante e amava la libertà nel senso più assoluto del termine.





Quel che è certo, peró, è che che la sua vita finì a Formentera, dopo un volo di diversi metri da una scogliera a poca distanza dal faro di Cap Barbaria. Da quanto tempo vivesse all’isla però rimane un mistero.


 


 



 


“Mi chiamo Vaitua Make e vorrei sapere qualcosa di mio padre – dice ora il figlio – Ho trascorso l’infanzia con mia nonna, su una piccola isola dell’arcipelago polinesiano francese. Ora vivo in Francia. Non ricordo niente di mio padre. Lo vidi per l’ultima volta quando avevo solo due anni. Dopo tante ricerche, ho saputo di recente che è deceduto a Formentera. Sono riuscito a recuperare il certificato di morte, ma non so nient’altro. Mia madre, che è polinesiana, non ha mai accolto con favore il mio interesse nel sapere cosa ne è stato dell’uomo che mi ha dato la vita. E posso anche capirla. Ma per me, invece è importante sapere di lui. Raccogliere qualche informazione. E ritrovare anche i suoi resti.




 


Grazie anche all’aiuto dall’artista locale, Simona Colzi, sono state diffuse attraverso i social alcune foto del padre di Vaitua Make, con la speranza che qualcuno sull’isola possa riconoscerlo e offrire ulteriori indizi.



 



Sul certificato di morte si legge che il corpo di Giancarlo fu sepolto nel cimitero di San Francisco Javier, ma poiché i suoi resti non sono stati reclamati da nessun membro della famiglia per così tanti anni, ora è quasi impossibile localizzarli.


 


“Qui a Formentera – conclude Vaitua Make –  finiscono dopo tanti anni le mie ricerche su mio padre. Se qualcuno dell’isola può aiutarmi con un ricordo di lui, gli sarei molto grato. Quel che ho capito è che mio padre ha avuto una vita breve ma intensa. Non escludo di avere anche qualche fratello o sorella. È morto giovane, ma di sicuro Formentera è un gran bel posto per morire”.


 

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