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ALLARME PLASTICA
Amputata una pinna a “Enjoy”, una bella tartaruga marina trovata a Formentera. Colpa di una rete di plastica

La plastica in mare è veramente un grande pericolo anche per le tartarughe marine. Se qualcuno trova una tartaruga avvolta nella plastica, dovrebbe chiamare il 112.

FORMENTERA (26 luglio 2021) – L’hanno chiamata “Enjoy” ed è una giovane tartaruga marina. Un bell’esemplare. E’ stato trovato tra le acque di Formentera e purtroppo il centro di recupero dell’Acquario di Palma ha dovuto amputargli una pinna dopo che si era impigliata in una rete di plastica, procurandogli una copiosa emorragia. Quando si sarà completamente ripresa verrà riportata in mare, a Formentera: “Le tartarughe marina hanno una straordinaria capacità di sopravvivenza – spiega Gloria Fernández, responsabile dell’Acquario di Palma – e quindi imparerà molto presto a far fronte a un arto in meno. Ovviamente è molto triste quanto gli è successo, ma fortunatamente ora sta bene e se la caverà di certo”

Stessa sorta anche per Thanos, salvato a luglio nelle acque di Colònia de Sant Jordi (Maiorca) con una pinna anteriore completamente avvolta nella plastica. Anche per lui è stata necessaria l’amputazione di una pinna. 

“In entrambi i casi la colpa è della plastica nel mare – aggiunge Gloria Fernández – Questi pezzi si riempiono di microrganismi e alghe e questo fa sì che le tartarughe li scambino per cibo. E spesso vi rimangono impigliati. La plastica in mare è veramente un grande pericolo anche per le tartarughe marine. Se qualcuno trova una tartaruga avvolta nella plastica, dovrebbe chiamare il 112 e non cercare di rimuovere la plastica per evitare di ferirla o provocare emorragie. Meglio aspettare che arrivino gli specialisti”.

E quel che è certo è che basta anche solo poca plastica per condannare a morte una tartaruga marina. A fare luce sulla questione è di recente uno studio per il quale “la plastica ha un impatto negativo su circa 700 specie marine”.

L’equipe di ricerca, guidata dalla ricercatrice Britta Denise Hardesty, si è focalizzata proprio sulle tartarughe marine e ha condotto 300 autopsie su carapaci morti, suddividendoli in tre gruppi: deceduti per cause sconosciute, per la plastica o per fattori diversi dalla plastica. Il secondo gruppo è stato confrontato con gli altri due, al fine di calcolare a quanto corrispondesse la quantità di plastica che può essere considerata letale una volta ingerita (le tartarughe avevano nel proprio intestino da 1 a 329 pezzi di plastica). I ricercatori hanno quindi calcolato che un animale che ingerisce 14 pezzi di plastica ha il 50% di possibilità in più di morire. Quando invece vengono ingeriti 226 pezzi, il decesso è sicuro.

I dati, inoltre,  hanno permesso di rilevare una maggiore presenza di plastica negli intestini delle tartarughe più giovani: secondo i ricercatori, questo potrebbe dipendere dal fatto che gli adulti sono meno propensi a ingerirla per errore.

 

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